Oblomov
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Quando: 23/11/2017 ore 21:00
Dove: Massafra, Teatro Comunale (Piazza Garibaldi)
Prezzo ingresso: 10 euro




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“Si può imparare a vivere? Evita qualsiasi frenesia; lascia che i tuoi giudizi smascherino la stupidità. Ridi, ma senza fretta…” (I.A.Gončarov).

Per la rassegna di teatro contemporaneo “Légami”, a cura del Teatro delle Forche, Diaghilev porta in scena “Oblomov” da Ivan Gončarov, di e con Paolo Panaro.

Tenero e ironico, malinconico e divertente, pieno di simboli e realista, il capolavoro di Gončarov, pubblicato nel 1859, è uno dei romanzi più belli della letteratura mondiale. Il protagonista simboleggia un aspetto particolare dello spirito russo: il fatalismo. Oblomov è un uomo arrendevolmente buono, vittima di una perenne incontrollabile tendenza alla contemplazione. E’ affetto, come ci suggerisce l’autore, da ‘oblomovismo’, sindrome riconosciuta in seguito in psicologia per indicare una singolare tipologia umana incline alla passività di fronte all’aggressività del reale. Oblomov è un provinciale, venuto a Pietroburgo per studiare. All’inizio egli sembra lasciarsi trascinare dalla vita dei suoi coetanei idealisti, pieni di forza e di vita, ma ben presto, non avendo nessuna necessità di lavorare per crearsi l’indipendenza economica, si abitua all’idea che gli altri debbano lavorare per lui e si lascia vincere dall’indolenza inoculatagli nel sangue durante la pacifica fanciullezza trascorsa nella sua tenuta di campagna. A 33 anni Oblomov giace nell’inerzia più totale nel suo polveroso e disordinatissimo appartamento. Trascorre tutto il giorno a letto, immerso in sterili ruminazioni. Dal torpore del sonno lo scuote un amico di antica data, Stolz, che lo stima e ne apprezza le qualità morali e intellettuali. Per effetto della sollecitazione di Stolz, Oblomov torna a frequentare il mondo. Ma il nostro antieroe non è entusiasta di questa nuova vita; gli sembra vacua e tediosa più della solitudine in cui era immerso. Ma un giorno Stolz gli presenta una giovane donna, Olga, di cui si innamora perdutamente. L’amore che Olga riesce a suscitare in lui sembra, per un momento, essere uno strumento di liberazione e di rigenerazione. Oblomov arriva a proporre a Olga di sposarsi, ma questo passo decisivo, che richiede impegno, movimento, interesse immediato, vivace, lo spaventa a tal punto che ricade inesorabilmente nella sua monotona indolenza. Olga sposa Stolz e, una volta sposati, i due fanno un ultimo tentativo per sottrarre Oblomov a una vita indegna, proponendogli di andare a vivere accanto a loro. Oblomov rifiuta, chiudendosi definitivamente nel suo guscio sonnolento.




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