Roberto Ottaviano presenta Astrolabio
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Quando: 08/03/2017 ore 20:45
Dove: Lecce, Fondazione Palmieri (Vico Sotterranei)
Prezzo ingresso: 20 euro




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Mercoledì 8 marzo la Fondazione Palmieri nella Chiesetta di San Sebastiano di Lecce ospita il concerto di presentazione di Astrolabio, ultimo progetto discografico del sassofonista Roberto Ottaviano, prodotto dall’etichetta discografica salentina Dodicilune e promosso con il sostegno di Puglia Sounds. Ottaviano – nel disco e sul palco – è affiancato da tre altri straordinari musicisti: Gianluigi Trovesi (clarinetto alto), Glenn Ferris (trombone) e Michel Godard (tuba, serpentone, basso). La tappa leccese è l’ultima del minitour di presentazione del disco che partirà lunedì 6 marzo (ore 21.30 – 023513153) dall’Auditorium Don Bosco di Bollate, in provincia di Milano, nell’ambito della ventunesima edizione di Conoscere il jazz, rassegna organizzata dall’associazione Bollate Jazz meeting che quest’anno è dedicata alle produzioni pugliesi con la direzione artistica di Gianluca Petrella. Martedì 7 marzo (ore 21 – ingresso 15/25 euro) appuntamento al Teatro Forma di Bari per la rassegna Nel Gioco del jazz.

L’Astrolabio era uno strumento che misurava l’altezza apparente degli astri sull’orizzonte. Qui diventa il suono di quattro strumenti a fiato che si compatta e diventa nuova macchina immaginifica per guidare il viandante alla ricerca della mèta. Così in una combinazione tra passato e futuro, tra scienza e fede, sapere e sentire, questo quartetto di argonauti viaggiatori guidato da Roberto Ottaviano evoca percorsi e terre lontane nel tempo e dal respiro ritmico misterioso approdando nelle nuove costellazioni dell’immaginazione sonora. Attraverso l’elaborazione di brani ispirati ad antichi codici e tra oriente ed occidente, viene ricostruito un affresco su di un crocevia, luogo di residenze, passaggi e partenze per la Terra Santa, variamente popolato. “Attraverso la riscrittura e l’interpretazione contemporanea di pagine ispirate dall’antichità, immaginiamo un cavaliere come quell’Antonious Block evocato dal Seventh Seal di Ingmar Bergman, accompagnarsi nel suo lento viaggio sulle strade, attraverso i borghi, verso gli antichi monasteri, ricreando le radici di un approccio culturale con i secoli passati che non sia semplicemente folklorico, ma entri nella profondità della psicologia dell’uomo medievale”, sottolinea Roberto Ottaviano. “Nel rapporto con Dio, la musica diventa strumento iniziatico e dialogante con il cielo rivestendo un ruolo decisivo e coinvolgente. Ringrazio Gianluigi, Glenn e Michel, che con la loro magica affabulazione hanno saputo diventare parte integrante di questo straordinario strumento di viaggio, ricerca e interrogazione”.

Roberto Ottaviano è nato a Bari nel 1957. Studia il sassofono con Federico Mondelci e Steve Lacy, composizione e arrangiamento con Bill Russo e George Russell. Dal 1979 svolge un’intensa attività concertistica e discografica in tutta Europa, collaborando con alcuni fra i più importanti musicisti americani ed europei. Come leader e come freelance ha modo di fare tournée in varie parti del mondo comparendo in alcuni fra i più importanti festival italiani e internazionali. Dal 1989 è titolare della cattedra di Musica Jazz presso il conservatorio Nicola Piccinni di Bari. Con la sua musica Gianluigi Trovesi è riuscito a creare un mondo musicale immediatamente riconoscibile ed allo stesso tempo completamente originale, ispirandosi a una diversità di fonti del tutto personale. Il suo stile di compositore e la sua voce strumentale lo collocano al livello dei musicisti che hanno praticamente definito il concetto di “jazz europeo”, ispirato alla tradizione americana senza esserne pedissequa imitazione. Straordinario trombonista californiano, Glenn Ferris è un musicista duttile e completo, che ha lavorato anche in altri campi; camaleonte artistico, Ferris è una figura importante della scena Jazz contemporanea, sommo sacerdote del “Trombone Attitude”, eclettico e creativo. Al di fuori del territorio naturale del jazz ha suonato per Frank Zappa, Stevie Wonder (è presente nella registrazione dello straordinario “Songs in the key of life”), James Taylor, Duran Duran. Musicista e compositore francese, Michel Godard è uno dei pochissimi solisti di tuba e probabilmente l’unico solista di serpentone, strumento, antenato della tuba, che nasce come il basso della famiglia dei cornetti e che non aveva mai goduto di un repertorio solistico. Godard, sviluppando su questo strumento dimenticato il suo enorme talento tecnico, vi esegue un repertorio che va dalla musica del XVI secolo al jazz ed alla musica improvvisata.




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