Atto di Dolore

Quando: 19/10/2025 ore 18:45
Dove: Lecce, Nasca – Il teatro (Via Siracusa, 28)
Prezzo ingresso: 10 euro




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La parabola di Leonardo Vitale, primo vero pentito di mafia, dal giuramento a cosa nostra alla crisi religiosa, fino al manicomio e alla morte per mano dei suoi stessi compagni, in un viaggio tra coscienza, verità negate e memoria tradita: domenica 19 ottobre alle 18:45 da Nasca il teatro a Lecce la serata finale di Conversazioni sul futuro ospita lo spettacolo Atto di Dolore di e con Riccardo Lanzarone con musiche di Valerio Daniele, prodotto da Solares Fondazione delle Arti e Teatro delle Briciole con il sostegno di Trac Residenze Teatrali e Factory Compagnia Transadriatica. L’appuntamento rientra dunque nel programma della dodicesima edizione del festival promosso dall’associazione Diffondiamo idee di valore con la direzione di Gabriella Morelli, in collaborazione con numerosi partner pubblici e privati. Dal 15 al 19 ottobre in vari luoghi di Lecce, Conversazioni sul futuro proporrà oltre 80 appuntamenti gratuiti tra talk, presentazioni di libri, monologhi, spettacoli, concerti, proiezioni e attività per scuole e famiglie, con la partecipazione di circa 160 ospiti italiani e internazionali. Ingresso con contributo associativo di 5 euro per le persone tesserate Nasca – Good Vibes o 10 euro per le altre (inclusa tessera 2025/2026). Prenotazione obbligatoria al link bit.ly/PRENOTATIora. Info 3474741759.

LO SPETTACOLO
Leonardo Vitale nasce in una famiglia affiliata a cosa nostra, lo zio paterno Giovanbattista detto “Titta” è alla guida della cosca mafiosa di Baida dove Leonardo si forma come uomo di mafia trovandosi anche costretto a uccidere. Il 29 marzo 1973 dovrebbe essere una data storica per l’Italia, ma in realtà nessuno la ricorda, pochi ne hanno parlato, tranne Giovanni Falcone 20 anni dopo. Quel giorno Vitale si presentò alla questura di Palermo e dichiarò che stava attraversando una crisi religiosa e intendeva cominciare una nuova vita; si autoaccusò di due omicidi, di un tentato omicidio, di estorsione e di altri reati minori, e fece i nomi di Salvatore Riina, Giuseppe Calò, Vito Ciancimino ed altri mafiosi, collegandoli a precise circostanze, e rivelò per primo l’esistenza di una “Commissione”, descrivendo anche il rito di iniziazione di cosa nostra e l’organizzazione di una famiglia mafiosa. Quelle dichiarazioni lo trasformarono nel primo e ultimo “pentito di mafia”, i casi noti degli anni ottanta e novanta hanno un’altra natura e un altro nome e sono passati alla storia come “collaboratori di giustizia”: mi pento per avere in cambio la protezione, mia e della mia famiglia. Leonardo Vitale si pente in preda a una crisi religiosa, vuole chiedere scusa a Dio, denuncia per pulirsi la coscienza e ricominciare una vita nuova. Quelle dichiarazioni portarono all’arresto di quaranta mafiosi delle borgate palermitane, ma la metà di questi si resero latitanti o furono rilasciati qualche tempo dopo per insufficienza di prove Lo stesso Vitale finì nel carcere dell’Ucciardone per le sue dichiarazioni, dove venne sottoposto a numerose perizie psichiatriche e dichiarato seminfermo di mente, affetto da schizofrenia, venendo rinchiuso nel manicomio criminale di Barcellona Pozzo di Gotto. A quel punto le sue, erano solo le parole di un pazzo che coincidevano col boom dei manicomi e delle sperimentazioni psichiatriche come l’elettroshock. Così il 29 marzo 1973, L’Italia avrebbe potuto conoscere il suo primo pentito di mafia e invece quello è il giorno in cui un uomo sano, pentito delle sue azioni entra dentro la casa dello stato, consegna informazioni molto scomode e diventa pazzo. Atto di dolore vuole essere un viaggio dentro la mente di quest’uomo, dai suoi primi passi nel modo mafioso al calvario del manicomio e delle torture fino al giorno in cui riacquista la libertà e viene ucciso da cosa nostra per aver violato le leggi dell’omertà.Atto di Dolore




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