Carmen
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Quando: 12/01/2018 ore 21:00
Dove: Taranto, Teatro Orfeo (Via Pitagora, 78)
Prezzo ingresso: da 18 a 28 euro




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Non si può cambiare il finale di «Carmen», come hanno fatto per l’opera di Bizet a Firenze, con corredo di polemiche. «Perché è proprio la morte, non la salvezza, a rendere immortale la protagonista», dice il coreografo Fredy Franzutti, in arrivo a Taranto, per gli Amici della Musica «Arcangelo Speranza», con la sua «Carmen» danzata che fu l’evento di inaugurazione del Teatro Grande di Pompei, voluto dal ministro Franceschini. L’appuntamento con lo spettacolo interpretato dal Balletto del Sud, con il primo ballerino dell’Opera di Sofia, Tsetso Ivanon, nel ruolo del torero Escamillo, e Nuria Salado Fustè e Carlos Montalvan nei panni di Carmen e Don Josè, è per venerdì 12 gennaio (ore 21), al Teatro Orfeo, dove «Carmen» verrà impreziosita da un impianto scenografico operistico di Francesco Palma e da splendidi costumi finalizzati ad esaltare l’esotismo spagnolo del soggetto di Prosper Merimée, con le musiche di Bizet tratte dall’omonimo melodramma affiancate da pagine di Chabrier, Massenet e Albéniz.
Anche fuori dalla tribù della pizzica c’è un Salento che balla. E che fa parlare di sé per le sue rivisitazioni dei grandi classici. È il Salento di Fredy Franzutti, il coreografo che ha avuto l’onore di entrare da protagonista al Bolšoj di Mosca, partecipare con le sue ideazioni al primo Concerto di Capodanno della Fenice di Venezia, far diventare la sua compagnia una realtà internazionale ed imporsi lui stesso tra i coreografi più originali, in Italia e in Europa, grazie anche alle collaborazioni con importanti istituzioni teatrali, tra cui l’Opera di Montecarlo.
Ed anche questa «Carmen», che recentemente ha fatto registrare il tutto esaurito al Teatro Carcano di Milano, ha il sapore della rivisitazione, ma di un balletto romantico mai nato. «È una specie di “falso d’autore”», spiega Franzutti, che in questa personale versione della celebre sigaraia di Siviglia esalta il carattere della bellezza medusea della protagonista, calando le vicende in una Spagna non autoctona, ma vista – per l’appunto – attraverso lo sguardo e la sensibilità di autori che da Parigi l’hanno descritta esaltandone la componente esotica, a partire dallo stesso Bizet e dagli altri compositori scelti. Il modo in cui i personaggi vivono il fato, il destino avverso, la superstizione, la passione, il tradimento e la gelosia, fino all’omicidio d’onore, rispecchia la visione consolidata di tante produzioni teatrali e cinematografiche contemporanee. Una lettura, con tante citazioni dal mondo operistico, che ha reso questa creazione una produzione di straordinario successo, con oltre cento repliche nei teatri più prestigiosi e i più importanti festival internazionali, dal Teatro Antico di Taormina al Festival di Siracusa, da Vignale Danza al Festival della Versiliana.




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