Si conclude in bellezza, mercoledì 10 aprile al Teatro Apollo, la stagione principale della Camerata Musicale Salentina, con il Messiah di G. F. Händel, oratorio in tre parti per soli, coro e orchestra. Sul palcoscenico si esibirà l’Ensemble vocale “Florilegium Vocis” e l’Orchestra barocca S. Teresa dei Maschi, diretti da Sabino Manzo. Solisti saranno: Maria Luisa Casali, soprano, Tina D’Alessandro, mezzo soprano, Manuel Amati, tenore e Giuseppe Naviglio, baritono.
Il Messiah, oratorio per soli, coro e orchestra, fu composto nel 1741 ed eseguito per la prima volta a Dublino nel 1742 e fu da subito un travolgente successo. Il Faulkner’s Journal recensì così l’avvenimento: «Martedì è stato eseguito al New Music Hall il Messiah, l’ultimo grande oratorio sacro di Händel. I migliori intenditori sono stati concordi nel giudicarlo il suo più compiuto lavoro musicale. Mancano le parole per esprimere il raffinato piacere che esso ha prodotto nel numerosissimo pubblico. I sentimenti più sublimi, grandi e delicati, adattati alle più elevate, maestose e commoventi parole, hanno concorso a trascinare e ad affascinare il cuore e l’orecchio estasiati…».
E’ strutturato in tre parti: la prima è dedicata alla nascita di Gesù; la seconda al periodo quaresimale fino alla Resurrezione e al celeberrimo Hallelujah, brano che tutti che conoscono; la terza parte invece è dedicata al giudizio universale. Il testo su cui è basata la composizione è tratto totalmente dalla Bibbia – dal Vecchio e dal Nuovo Testamento – ed è composto da 52 brani, divisi in tre parti. Nei testi mancano dei personaggi ben definiti, ma nella musica il compositore utilizza largamente le quattro voci soliste (soprano, contralto, tenore e basso) in varie arie, ariosi e recitativi. Importante anche la presenza del coro, a cui vengono destinate numerose parti. L’ intenzione di Händel non è di narrare una vicenda, ma meditare attraverso le Sacre Scritture sulla figura del Messia. Non esiste dunque narrazione e nemmeno un ordine cronologico preciso; è esclusa la figura del Narratore, tipica degli Oratorii e ogni pagina ha una sua densità autonoma. Questo oratorio è la composizione più popolare e celebrata di Händel, colpisce soprattutto per la magnificenza sonora di grande effetto.
Händel – nato nello stesso anno di Bach – con il suo percorso artistico rappresenta un’espressione completa del barocco musicale, in cui l’opulenza delle forme e la grandiosità degli spazi risaltano.