Tonino Carotone e Radici nel Cemento alla Notte Blu di S.Cesarea Terme
Inserito da admin il 13 Lug 2014 | Nella categoria LiveNews | Ci sono 0 Commenti
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Torna come di consueto l’attesissima di che vanta quest’anno grandi ospiti d’eccezione. Venerdì 18 luglio 2014 (start ore 21, ingresso gratuito) la serata si aprirà con spettacoli di marionette per i più piccoli ed esibizioni di writer che in estemporanea creeranno le proprie opere e le esibiranno  lungo il corso.

Evento principale dell’edizione 2014 sarà l’allegria contagiosa di , reso celebre alcuni anni fa dal singolo Me cago en el amor, che concluderà la Notte Blu alle 24 con il suo imperdibile live. In apertura (ore 21.00) spazio alla band romana ““, un entusiasmante mix di roots-reggae, con marcate venature dub ed alcune aperture verso ritmi piu’ veloci, come il rocksteady e lo ska.


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Antonio de la Cuesta, Toñin da ragazzo e Tonino da musicista, è cresciuto in un quartiere popolare di Pamplona ascoltando la radio, guardando la tv e assimilando tutte le melodie degli spettacoli e degli spot televisivi più ignobili. Poi, iniziata la carriera musicale, durante gli spostamenti in furgone ascoltava cassette di quelle che sono le sue vere passioni musicali: Luis Aguile, Trini Lopez, Peret e soprattutto i cantanti leggeri italiani come Mina, Rita Pavone, Albano & Romina, Adriano Celentano. Dopo l’incontro e l’inizio di una frequente collaborazione con Manu Chao, Tonino ha preso il cognome d’arte dal napoletano Renato Carosone e il look da Fred Buscaglione, le sue guide spirituali. La sua musica è dunque un vero e proprio omaggio alla canzone italiana, ma a quella ormai passata che faceva da colonna sonora alle commedie all’italiana degli anni ’60 e dei primi anni ’70, con tanto di mandolino sempre presente a sottolineare la melodia.

Ci sono anche omaggi diretti ed espliciti alla canzone italiana nelle versioni di ‘Tu vuo’ fa l’americano’ (di Renato Carosone) e di un’hawaiiana ‘Sapore di mare’, trasformata in un inno antimilitarista, o ‘La festa del raccolto’, invito alla legalizzazione delle droghe leggere. Insomma, canzoni che odorano dei cortili delle vecchie case di ringhiera, quelle con il cesso sul ballatoio e la polverosa Cinquecento parcheggiata in un angolo.

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