“Caro Amico…” può essere l’inizio di una lettera inviata ad una persona lontana o il principio di una confidenza fatta ad una persona accanto, o di fronte. Sul palco attori che confidano al pubblico ricordi della propria vita passata o desideri e speranze per il futuro. Uno spettacolo di teatro d’ombre quello di e con Alaa (Syria), Seni (Senegal), Goran (Kurdistan) Shahin (Afghanistan), Khalid (Pakistan, Victor (Nigeria), a cura di Silvio Gioia che va in scena mercoledì 15 luglio alle 21:30 all’Ammirato Culture House. Uno spettacolo con gli ospiti dello Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) GUS di Castrì che si inserisce nel programma di studio e incontri che Free Home University rilancia quest’anno come indagine del sociale attraverso le pratiche artistiche militanti e solidali.

Lo spettacolo, realizzato precedentemente, è un lavoro pregno di carica poetica, ironia e dignità. Un susseguirsi di immagini, musiche e parole che vanno oltre la recitazione diventando testimonianza di vita. Gli attori portano sul palco la propria voglia di integrazione, espressa attraverso l’uso dell’italiano, cui si alternano scene recitate nella propria lingua madre, che rafforzano la spontaneità espressiva di ognuno restando comprensibili grazie alla forza del linguaggio non verbale e dell’impatto emotivo. Travalicando le differenze, si instaura un dialogo tra attori e pubblico in cui diventa evidente che se il vissuto può essere diverso, anche in relazione al luogo di provenienza, i sogni e le speranze per il futuro sono simili in ognuno. Il teatro, grazie al fascino di una dimensione onirica e immaginifica, che solletica tutti i sensi, oltre al semplice guardare, diventa così il luogo e il mezzo per abbattere le barriere sociali, culturali e geografiche riportandoci ad una condizione umana comune.