Una sudicia cella è il contenitore delle ultime ore di Cassandra. Cassandra cerca il mare: la spiaggia di Troia da cui è stata strappata per un viaggio che l’ha portata di fronte ai leoni di Micene dove subirà la vendetta omicida di Clitennestra. Cassandra si sdoppia. Parla con una sé stessa che conosce bene e che scopre nuova. L’Alter Ego fronteggia Cassandra nello spazio scenico con amorevoli incontri, scontri violenti e distante freddezza. Cassandra confesserà il desiderio di una vita normale e la volontà di essere amata per quello che è al di là del suo maledetto potere.

Un essere umano dilaniato dalla contraddizione, incapace di esprimere compiutamente le proprie emozioni, si ritrova con il suo Alter Ego in una scena senza tempo, molto più vicina al nostro presente che non a una tragedia mitologica perduta nel tempo.

Cassandra la pazza, la veggente, profetessa maledetta e inascoltata. Straniera in un mondo che non l’ha mai accettata. La figlia di Priamo è da sempre ai limiti della ragione, vestita di stracci, umiliata, stuprata, emarginata, è una posseduta, condannata alla solitudine e all’impotenza dell’anima. Dannata perché vede il mondo per ciò che è, inascoltata perché l’uomo non accetta le verità delle proprie malefatte.