Dreher Night con Dhafer Youssef in concerto
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Quando: 29/07/2017 ore 21:00
Dove: Lecce, Anfiteatro Romano (Piazza Sant’Oronzo)
Prezzo ingresso: non disponibile




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Il 29 luglio ci sarà il primo dei quattro eventi che si svolgerano all’interno dell’Anfiteatro romano di Lecce con il concerto del musicista tunisino Dhafer Youssef e la sua band. La “Dreher Night”, questo il nome della serata musicale realizzata grazie allo sponsor di Birra Dreher, verrà aperta con alle ore 21.00 con l’Open Stage “Street Selecta Part I” a cura di Luca Bandirali & Guest. A seguire, alle ore 21.30, si esibiranno i ragazzi del Locomotive Giovani, Davide De Luca (voce), Mattia Ramundo (flauto), Alessandro Marseglia e Francesco Politi (pianoforte), Miriam Lezzi (basso), Davide Chiarelli e Riccardo Tommasi (batteria) con l’ospite speciale Flavio Boltro.

Alle ore 22.00 inizierà invece il concerto-evento di Dhafer Youssef e il suo quartetto composto da, Chris Jennings (contrabbasso), Ferenc Nemeth (batteria), Aaron Parks (pianoforte).
Il maestro tunisino tunisino, il cantante e il compositore Dhafer Youssef una volta ha affermato “Non esiste un prototipo di bellezza”. Questa dichiarazione è infatti sufficiente per riassumere la motivazione e il sound del suo nuovo album “Diwan Of Beauty & Odd”.

Chiunque abbia mai avuto l’opportunità di assaporare i suoni appassionati di Tunisi, in questo album riconoscerà immediatamente il suo temperamento e l’immediata sensazione di trascendere i confini musicali. Mentre la voce di Youssef si spinge sempre più oltre, chi ascolta si eleva, lasciandosi alle spalle tutte le cose terrene. A differenza di molti altri musicisti, che sono spinti ad adattare la loro musica ai tempi, il suo idioma è molto coerente, solo il contenuto del suo linguaggio è variabile e vicino al contesto in continua evoluzione.

Cosmopolita per natura, Youssef non è un artista che elude l’evoluzione e il progresso, solo che la sua arte ha la forza di un elemento primordiale. Sembra di stare in una giungla dove le strade e le città possono essere costruite, anche se è sempre Madre Natura che decide e che pone le regole. Mentre Youssef cambia ed evolve il suo pensiero e varia i suoi partner per adattarsi al contesto, alla fine il suo occhio estremamente acuto prevale. “Se lavori con musicisti diversi per diversi decenni, è sempre più importante fare affidamento sulle proprie armi”, sottolinea Youssef. “Ogni musicista con cui si suona aggiunge qualcosa di nuovo e quindi la musica diventa anche un modo per raccontare la propria storia”.

Dhafer Youssef è in controtendenza rispetto ai suoi precedenti artistici: l’energia positiva espressa dalle sue canzoni ora è molto più viva e luminosa di prima. Vede la musica come un elisir di vita, una religione – ma non nel suo senso oscuro ed esoterico. Per lui è un metodo comprovato e sperimentato per concedere alle persone (indipendentemente dalla loro nazionalità e dalle loro convinzioni socio-politiche) un dono che altrimenti non potrebbero ricevere. “Non ci sono barriere per quanto mi riguarda”, esclama in un mix di allegria interiore e serietà visionaria. “La musica è trasparente. La musica consente di penetrare e cogliere tutto ciò che si percepisce come rigido e impenetrabile, per trasformarlo in un qualcosa di permeabile, morbido e leggero. Viviamo in un’epoca di contrasti che continuano ad emergere in modo sempre più dirompente. Nessuno si preoccupa più se un politico si contraddice da un giorno all’altro. La mia musica, e il titolo di questo album, sono destinati a mettere in evidenza contrasti e pertanto risolverli. Il bello e il brutto, il bene e il male, il geniale e lo stupido. Ma non importa cosa accade, quel che importa è che torno alla musica, come la maggior parte delle altre persone”.

Il principale contrasto dell’album di Youssef si basa sulle diverse percezioni che si possono avere della “bellezza”, idee che sono in conflitto tra di loro e chiaramente distinte. Dopo tutto, ciò che una persona trova bello può essere percepito in una luce completamente diversa da un’altra. “Solo coloro che hanno visto l’orrore possono apprezzare la bellezza”, dichiara Youssef con la saggezza di un filosofo millenario.

Dhafer Youssef dice ancora: “Voglio creare la bellezza”, rendendo palese l’ambizione che nessuno in questo momento storico osa affermare con così tanta semplicità e schiettezza. Per questo motivo si è recato a New York, che rappresenta forse l’antitesi della sua Tunisia. Collaborando con i protagonisti della scena musicale della Grande Mela, tra cui il pianista Aaron Parks, il bassista Ben Williams, il batterista Mark Guiliana e, su tre brani, il trombettista Ambrose Akinmusire, ha creato questo album in modo coraggioso. “Non devo andare a New York per fare musica. I migliori musicisti non sono a New York; i migliori musicisti sono quelli che fanno una buona musica. Ma ho voluto fortemente registrare il mio lavoro a New York per perfezionarlo con il colore unico delle vibrazioni di quella città”.




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