Rosso di Seta con Peppe Vessicchio, Fonarà e Rachele Andrioli
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Quando: 14/07/2017 ore 20:00
Dove: Melpignano, Piazza San Giorgio (Piazza San Giorgio)
Prezzo ingresso: gratuito




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Venerdì 14 luglio prosegue a Melpignano, in provincia di Lecce, Rosso di Seta. Dalla Napuli Piccinna al Mercato del Giusto, una manifestazione in più appuntamenti ideata dal comune salentino, con l’obiettivo di valorizzare e tutelare il territorio, la produzione e il consumo dei prodotti dell’agricoltura organica locale, attraverso la festa della comunità, che nel mercato al centro del paese si ritrova per condividere nuovi sapori e antichi saperi. Dalle 20 in Piazza San Giorgio nel Mercato del Giusto si potrà chiacchierare con i contadini e acquistare i loro prodotti tutti rigorosamente a km0, all’insegna della tutela della biodiversità e della cura del territorio. Dalle 20.30 spazio alla Festa della mietitura con la consegna in piazza dei grani del Miscuglio di Ceccarelli e del Farro Monococco, frutti del progetto Semina il pane. Dalle 21 l’attesa presentazione del libro “La musica fa crescere i pomodori. Il suono, le piante e Mozart: la mia vita in ascolto dell’armonia naturale” di Peppe Vessicchio, pubblicato da Rizzoli, affiancato da Massimo Donno. Nato dalle conversazioni con Angelo Carotenuto, è un saggio pop autobiografico ricco, profondo e divertente sul talento, sulla passione e la capacità di trasferirla, sulla cura, sugli effetti straordinari dell’armonia nelle nostre vite. In chiusura “Il grano e la terra. Canti di sudore, amore e passione” a cura del gruppo di musica popolare Fonarà in collaborazione con la cantante Rachele Andrioli.

“La musica non è solo stimolo cerebrale. La musica ha la capacità di entrare nel fondo di noi”, sottolinea Vessicchio. “Può parlare alle nostre cellule e con una parte di noi che non conosciamo. E quando gli armonici si combinano in modo naturale, l’equilibrio delle loro attrazioni è pacifico e ci dà benessere. Musica armonico-naturale, io la definisco così. Se tutte le cose che ci circondano avessero questo equilibrio, questa propria formidabile individualità all’interno di un insieme, ci troveremmo in una condizione ideale”. La scoperta della musica davanti alla porta (chiusa) della cameretta del fratello maggiore; i primi concerti, i matrimoni, il professore di latino; il cabaret con i Trettré nella Napoli fervida degli anni Settanta, quella della Smorfia di Massimo Troisi, quando ancora era uno studente di architettura (ma cos’è l’architettura se non musica congelata, diceva Goethe). E poi l’incontro con Gino Paoli, il primo Sanremo nel 1986 sotto la neve con Zucchero, il “pronti-partenza-via” con Elio e le Storie Tese dieci anni dopo, la partecipazione ad Amici di Maria De Filippi, fino all’hashtag diventato virale nei giorni del Festival 2016, #usciteVessicchio. Ma dal giorno in cui una goccia d’olio si stacca da una pizza mangiata fortunosamente in macchina e cade beffarda sui suoi pantaloni, Peppe Vessicchio ha iniziato a domandarsi se la musica fosse tutta lì. O se piuttosto non fosse giunto il momento di smontare il giocattolo per capirne il meccanismo; per realizzare fino a che punto può arrivare il suo potere benefico; per verificare se, considerato che le mucche del Wisconsin producono più latte ascoltando Mozart, tutti gli organismi viventi reagiscono positivamente quando gli armonici si combinano in modo naturale. Musica armonico-naturale, appunto. Questa è la forma che insegue Vessicchio. Questa è la base dei suoi esperimenti sulla terra, sul vino, e di quelli appena cominciati sugli uomini.




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