Human, i Radiodervish presentano il nuovo album all’Ammirato
Inserito da admin il 2 Apr 2013 | Nella categoria LiveNews | Ci sono 0 Commenti
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Sabato 6 aprile, alle ore 20, negli spazi di in via di Pettorano, 3 a , la band pugliese presenterà il suo nuovo album “”.

L’album raccoglie dieci inediti che raccontano storie, pensieri ed emozioni ispirate in un’epoca di crisi e quindi di grande opportunità. “Human” perché l’obiettivo è diventare pienamente umani e oggi si sente forte il bisogno di una dimensione più umana che si è persa nel vortice delle logiche che ignorano l’umana dimensione del qui e ora. Lo stile dell’album è intimo e caldo ma esplode in improvvise cavalcate ritmiche. I Radiodervish cantano i profondi cambiamenti delle nostre vite sia nella loro prospettiva privata che collettiva, come in “Lontano”, il primo singolo del disco, in cui un tema delicato come la scomparsa di persone care, diventa consapevolezza della bellezza e preziosità di ogni istante del vivere accettando il dolore indecifrabile dell’esistere.


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La struggente melodia che nasce in un ambiente acustico di chitarre legnose si allarga in sterminati spazi meditativi sostenuti da archi e da orientali contrappunti di kanun. La dolce malinconia del distacco e della morte bagna canzoni come “Quello che non dici”,“Istanbul” e “Birds” mentre tracce come , “Qualcosa oltre il sole” e “Voices in your heart” arricchiscono l’affresco di “Human” con colori vivaci e solari. I brani raccontano di persone che con tutta la loro semplice umanità hanno intrapreso percorsi semplici ma controcorrente come Pippa Bacca in “Velo di sposa” o Vittorio Arrigoni” in “Stay Human”. Lo stile dell’album è intimo e caldo ma esplode in improvvise cavalcate ritmiche in brani come “In fondo ai tuoi occhi” dove il respiro sembra assumere una dimensione più collettiva. Un cameo prezioso è costituito dalla cover di un antico brano del cantastorie pugliese Matteo Salvatore “Il lamento dei mendicanti” interpretato in arabo e in dialetto. L’universo sonoro si muove dall’acustico delle chitarre e degli strumenti etnici mediterranei fino agli eleganti inserti meditativi dell’elettronica. La pluralità delle lingue del canto che spazia dall’italiano all’arabo passando per l’inglese e il francese, costituisce la cifra dei Radiodervish che, insieme all’originale stile melodico e ritmico, proietta quest’album nell’ambito della musica d’autore del mediterraneo.

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